Un posto segreto

Marco Sportelli 

 

 

Molto spesso chi scrive di pesca è restio a spiegare nei dettagli i suoi posti preferiti, cerca di rimanere sul vago. Il rischio è di trovarli affollati come la piazza nei giorni di mercato. Se tutti i lettori decidono di farci una puntatina entro il mese a venire, possono trasformare un piccolo paradiso in terra bruciata, ed il malcapitato lettore che abbia ricevuto l'articolo per posta un mese in ritardo e decidesse anche lui di approfittarne si troverebbe davanti un deserto ittico, pensando di essere stato ingannato. Qualche volta però si può fare un eccezione.            Voglio rivelarvi un posto popolato di temoli over 50 e per evitarvi qualsiasi problema vi spiegherò nel dettaglio come arrivarci, dove fare i permessi e quando pescarci.  

Ricevuta la dritta da un noto commerciante del settore partimmo per l'Austria, destinazione: Drava, a valle di Lienz.            Partendo da Cesena si imbocca la A14 per 92.3km fino a Bologna dove ci si immette per Milano sulla A1. Percorsi 30.6km si devia sulla A28 in direzione Brennero e si prosegue su questa autostrada per altri 258,9km. Uscite a Bressanone ed imboccate la SS49, dopo 28.7km siete a Brunico, altri 26.5 e siete a Dobbiaco e con un piccolo sforzo percorrete gli ultimi 12,3km che vi separano dal confine (in realtà siete in territorio straniero già da un bel po’). Alla dogana occorre presentare un documento e la carta verde, controllate di averla con voi prima di partire. Proseguendo per la statale 100 in direzione Lienz occhieggiate di tanto in tanto sulla vostra destra la Drava. E’ un bel torrentone con acqua limpida che scorre in un letto quasi naturale costeggiato da alti abeti. Dopo 47,8km si arriva a Lienz, la strada si discosta dal fiume, perdendolo di vista, e si procede sulla 100 per altri 30.7km fino al paese di Dellach. All’inizio del paese, sulla destra, cercate al numero civico 25 il sig Kusbaker che rilascia i permessi per questo tratto di fiume. Abita in una casetta bianca con i balconi adorni di gerani, non vi potete sbagliare.

Ci accolse calorosamente sforzandosi di comunicare con noi, malgrado lui parlasse solo tedesco e noi solo italiano, ma più delle parole ci colpirono i temoli imbalsamati che facevano bella mostra sulla parete e sul camino. Ipnotizzati da questi animali prossimi ai 60cm pagammo senza esitazione gli onestissimi 30marchi richiesti, e ci dirigemmo, in base alle sue indicazioni ed alla cartina sul permesso, al posto di pesca. Anche questo è molto facile, dovete semplicemente oltrepassare il paesino di Dellach e dopo 2,3km girare a destra al bivio per  Gossberg. La strada attraversa il fiume e dal ponte a risalire siete nel paradiso dei temoli. Vi consiglio di parcheggiare prima del ponte, cambiarvi con calma e montare la vostra attrezzatura, al fine di gustarvi il vostro sogno fino all’ultimo. Quando carichi d’entusiasmo ci affacciammo al fiume la delusione fu cocente, la Drava qui non assomiglia a quella che ci eravamo gustati fino a Lienz, scorre molto veloce in un letto ampio, piatto e canalizzato e per di più un grosso immissario con acqua bianca la rende praticamente impescabile a mosca tutto l’anno. Il permesso ormai era pagato e quindi provammo qualche lancio ma il risultato era scontato: era come pescare dei TIR in autostrada. I miei compagni decisero quasi subito di rifarsi con qualche panino al bar, esperienza che tuttora ricordano. I sandwiches all’aceto che gli propinarono erano la quintessenza stessa della pessima cucina austriaca. 

Il giorno dopo ci chiamò un amico che asseriva di aver pescato su grossi temoli in attività, ma malgrado l'impegno ed il cambio continuo di artificiali non era riuscito a convincerne nessuno. Non sapeva dirci su cosa bollavano ma di certo erano grossi pesci. Euforici ci sobbarcammo gli oltre cento chilometri che dalla Drava ci separavano da questa Mecca ed a metà mattina giungemmo sulle rive dell'Isonzo.

La piana che ci era stata indicata con dovizia di particolari era bellissima e da li a poco cominciò realmente a riempirsi di bollate importanti.

Questi grossi pesci salivano decisi, afferravano qualcosa di invisibile sulla superficie, mostravano la pinna dorsale e ridiscendevano velocemente sul fondo, disdegnando sistematicamente le nostre imitazioni. Ci occorse non poco tempo per realizzare che quei mostri non erano temoli, ma grosse savette.

La strada dalla Drava a quella piana dell'Isonzo ve la posso spiegare dettagliatamente.

Ma credo che sia più di quanto vi interessi sapere.