Posso presentarmi?
Marco
Sportelli
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Mi
è capitato recentemente, sfogliando una rivista di pesca a mosca, di
leggere un articolo molto tecnico, di cui evito sia titolo sia autore, sulla
presentazione degli artificiali. Per quanto i concetti fossero condivisibili
quello che mi ha sconvolto è stata la freddezza con cui li esponeva.
"…datemi una percentuale di trote prese/per presentazione piuttosto.
Questa è capacità di pesca, non i se, i ma, od i forse di cui si è soliti
scrivere…" Frasi come questa mi lasciano sbattezzato.
Ho cominciato a pescare molto giovane C'è qualcosa di magico nell'essere poco più di un bambino, alzarsi prima che la casa si svegli, prender su una semplice attrezzatura e dirigersi a pesca nel più vicino laghetto o torrente. Posso rievocarvi le esperienze di quelle calde mattine estive ma, o anche voi le avete vissute e quindi sapete già di cosa sto parlando, o non le avete mai provate e quindi molto probabilmente non le potrete mai capire. In entrambi i casi è inutile entrare in maggior dettaglio.
Quello che è importante, piuttosto, è perché pesco oggi. In larga parte è per provare la magia di quei giorni spensierati. E' per dimenticare questo strano mondo e provare qualcosa di sereno e bellissimo. Per prendermi un po' di tempo fuori da questo vivere sempre più stressante a caotico. Per essere per qualche tempo in nessun posto vicino ad un telefono. E' per essere giocosamente irresponsabile. Non è tempo di preoccuparsi di percentuale di catture/per presentazione. Non dico che non sia importante. Nessuno più di me potrebbe discutere animatamente sulla necessità di una perfetta presentazione. L'articolo è troppo freddo e clinico per essere riferito ad un passatempo. Sembra un trafiletto tratto dal "Sole 24 ore" o da "Milano Finanza". Più avanti dice: "..approccio il fiume come un lavoro, non come una passeggiata nel bosco…". Per me non esiste nulla che assomigli meno al lavoro di un giorno sul fiume. Non che disprezzi il mio lavoro, o che sia un pescatore superficiale. Ci metto molto impegno e concentrazione nella pesca; è essenziale leggere l'acqua correttamente, essere adeguatamente attrezzato, e portare a termine il proprio piano d'azione. Ma un giorno sul fiume non è un giorno al lavoro. E' meraviglioso. E' speciale. E' un esperienza da tener cara. Cercare di quantificare il piacere dell'uscita di pesca dal numero di catture e sbagliare bersaglio sono la stessa cosa.
Mentre
è vero che taglia, peso e record sono diventati parte dello sport, è anche
vero che pesci più grossi e numerosi possono essere presi più
semplicemente con una bolognese ed una scatola di vermi Quello che io voglio
sperare è che la visione che gran parte dei PaM ha di se stessa sia
qualcosa di completamente differente da quella espressa dall'autore. Mentre
è innegabile che siamo sempre alla ricerca dei pesci più grossi e nel
maggior numero possibile, non dobbiamo dimenticarci che lo facciamo
attraverso un assonanza di esperienze che sono fine a se stesse. Non è un
freddo, cinico approccio all'ambiente acquatico. E' pura gioia; semplice
divertimento.
Non è sugli uomini che siamo diventati. E' sui ragazzi che una volta eravamo.
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