Il mio posto

(Non capisco chi gira il  mondo per andare a pesca)

Marco Sportelli

 

 

Volturno a ColliAd una certa età sentiamo la necessità di guardarci attorno e metter su casa, fare radici. Allo stesso modo, per estensione, anche il pescatore a mosca ad un certo punto della sua vita considera quale potrebbe essere la scelta migliore per il "suo posto di pesca". Potrebbe essere un laghetto privato, uno o dieci km di riserva esclusiva in un fiume da trote, come un torrente od un tratto di fiume pubblico che chiunque altro può considerare il "suo posto". Nasce in noi l'ardente desiderio di familiarità, abitudine, il piacere di pescare acque che conosciamo come le nostre tasche, o meglio, come la nostra immagine allo specchio. Ogni anno uguale ma ogni anni con qualcosa di diverso: qualche ruga in più, qualche capello in meno, magari quel sale-pepe sulle tempie "che tanto fa interessante". Torrente VandraCi piace la confortevole sensazione di pescare un tratto di acqua che abbiamo già battuto tante volte; c'è una bella fario a lato di quel sasso, un'altra dietro ai rami di salice. Le Royal Coachman Para sul 12 danno il meglio ad inizio stagione per poi lasciare il posto a quel modello di sedge che ben conosciamo. La schiusa di Baetis a mezzogiorno è sempre una certezza, mentre a sera, se vogliamo ingannare le belle che bollano a pelo d'acqua, abbiamo imparato quanto siano micidiali quelle piccole emergenti di cui la nostra scatola è sempre ben fornita. 

Ammetto che c'è un piacere speciale anche nel pescare nuove acque, posti lontani. Tentiamo queste nuove specifiche sfide, cercando di far tesoro delle generiche esperienze che abbiamo accumulato in ambienti simili, adattandole a questa novità; e poi c'è la curiosità della scoperta, l'inatteso scenario che ci aspetta dietro alla prossima curva…

Il piacere di pescare vecchie acque è differente: abbiamo un passato in comune, sappiamo come scovare i suoi segreti ma tuttavia sono le nuove piccole differenze che ci entusiasmano: quel colore nuovo del fondo, i tricotteri in aumento, quella buca che non è più la stessa, un albero caduto ha creato un bel giro d'acqua, o quello grossa trota che non avevo mai visto salire sulla mia mosca. E' in questi posti che raggiungiamo l'eccellenza, sappiamo a memoria dove sono i pesci ed il modo più efficace di presentargli l'imitazione. Fiume Burano. Zona NK

E' serenità e certezza. 

Non c'è nulla di stupefacente in questo: noi possiamo amare solo quello che conosciamo bene. Il "nostro posto" è qualcosa di intimo. C'è quel qualcosa  su di lui che noi conosciamo come nessun altro conosce. Quel qualcosa che pervade i nostri sogni. Ci riaffiora alla mente nei momenti più inattesi, fantastichiamo su di lui durante il lungo inverno. Prendete quei ricordi, moltiplicateli per cinque, dieci, venti volte finche il posto diventi un estensione della vostra immaginazione e non sarete più completamente sicuri se qualcuna delle volte che avete pescato lì era reale o solo sognata. 

Veramente non capisco chi gira il mondo per andare a pesca, non capisco dove trovino soldi, tempo e consenso della famiglia. Spiegatemelo e sono dei vostri.

Che palle i soliti posti!