Bug & Ross fly

Marco Sportelli  

 

 

Avete notato come le schiuse si vadano rarefacendo d'anno in anno? Le mosche di Maggio sono quasi in estinzione, i Tricotteri sono ai minimi storici, dei Plecotteri, a causa del brutto vizio di prediligere acque pure, (ma qui è colpa loro) si è perso traccia. A qualcuno tutto ciò può sembrare naturale, ma io qualche tempo fa mi posi delle domande:

- Perché scompaiono le effimere e si moltiplicano le zanzare?

 - Perché le odiose mosche domestiche imperversano nelle nostre case mentre le meravigliose lucciole sono quasi estinte?

(La stessa rabbia che mi assale davanti al cibo, tutto ciò che vi propongono per una corretta alimentazione bene che vada è inodore ed insapore mentre tutte le cose buone e gustose fanno male.) Quest'ineluttabile soccombere del bello e del buono, al brutto e cattivo obbediva di certo ad un più grande disegno. Saper individuare i grandi cambiamenti in uno scenario in continua evoluzione e trarne profitto é quello che ha sempre contraddistinto i grandi artefici della storia umana, regalandogli gloria, onori e ricchezze. Ed io mi sentivo parte di questo disegno: ero la persona giusta, al momento giusto, con l'idea giusta. Un'idea di quelle che si elaborano una volta sola nella vita: avrei sostituito quegli stupidi, vulnerabili insetti che popolavano in un ormai esiguo numero i nostri fiumi con una nuova specie più robusta, numerosa e perfettamente adattabile al degrado ambientale ormai generalizzato. Ed il mio guadagno?

Beh, io avrei realizzato e venduto la sua imitazione artificiale. Un'idea che mi avrebbe fatto diventare ricco e famoso, che avrebbe cambiato la mia vita. Avrei dovuto brevettare l'imitazione. Sarei andato in Montana e Nuova Zelanda a testarla. Milioni di pescatori a mosca mi avrebbero pagato i diritti d'autore per ogni imitazione venduta. Sarei comparso su tutti i programmi di SEASON. Avrei fatto un video su me stesso. Sarei diventato abbastanza ricco da ritirarmi in pensione sulle rive dell'Unec. 

Pensai a lungo con cosa poter sostituire gli insetti a noi cari. Dapprima decisi per le zanzare. Proliferano in acque malsane in numero smisurato. Basterebbe lasciarle crescere, le poverine, sospendere la lotta senza quartiere che l'uomo moderno si ostina a combattere per averne a disposizione un numero illimitato. Come primo passo pensai ad una campagna pubblicitaria che facesse perno sul senso ecologico, il giorno d'oggi molto sviluppato, del cittadino medio. Feci stampare dei cartelloni pubblicitari e ne appesi uno, nottetempo, vicino ad un bel fiume da trote. Devo ammettere che ammirando la mia creazione non potevo che congratularmi con me stesso; su campo giallo una scritta verde speranza sentenziava così: "ANCHE LE ZANZARE SONO CREATURE DELL'UNIVERSO". Un capolavoro di comunicazione di massa. Impaziente attesi la reazione della gente. Non poteva che essere positiva. Di buon mattino mi diressi vicino al ponte dove lo avevo affisso. Temevo di non trovarlo più, ma già da lontano scorsi un crocchio di persone che gli si affollavano attorno. Dal coro d'approvazione che si levava dal gruppo capii subito che la mia iniziativa stava riscotendo un gran successo. Mi feci largo tra la folla e finalmente lo rividi, era ancora lì dove lo avevo appeso durante la notte, ma qualcuno aveva fatto una piccola aggiunta: "AMMAZZATELE LO STESSO". Perfetto esempio di contro-comunicazione di massa; battuto sul mio stesso campo di battaglia. 

Rinunciai così a quest'idea ma continuai a cercare soluzioni alternative. Avevo quasi desistito nell'intento quando, come spesso accade, fu la soluzione a venire a me. L'idea mi venne un giorno in cucina. Mentre cercavo di recuperare un Pokemon rotolato sotto al divano, vidi fuoriuscire uno scarafaggio. Si avvicinò, sali sulla mia mano e si fece catturare. Era grosso, grasso e per di più, cosa che accertai immediatamente buttandolo nel lavandino pieno d'acqua, galleggiava perfettamente. Le città di tutto il mondo ne sono piene e per di più non possono essere sterminati, o perlomeno è ciò che affermava l'uomo della disinfestazione quando venne a casa mia… per la terza volta.

Ora la mia mente era fredda, il piano era chiaro. Loro vivono nell'immondizia; probabilmente amano l'inquinamento; sono presenti in numero illimitato dove non sono desiderati; ma potrebbero essere utilissimi. Potrebbero diventare un eccellente cibo da trote, così pieni di proteine da far crescere a dismisura le Mc Donald Trout di cui ormai sono popolati i nostri fiumi. Ed in tutto ciò ci vedevo anche una morale. Nell'ultimo secolo le città avevano distrutto i fiumi: ora non avrebbero potuto finalmente fornire qualcosa in cambio?

Ne misi quattro in una scatola, un fine settimana, e le buttai dal Ponte degli Alpini. Galleggiavano a meraviglia, e ciò mi confermò che potevo creare e brevettare un imitazione galleggiante di scarafaggio. Non solo, appena fatti pochi metri furono ghermite in rapida successione da una trota da brivido, dimostrando con ciò l'elevato indice di gradimento. Incredibile. La mia fortuna era assicurata. Esiste un premio Nobel per questo tipo di cose?

Decisi di procedere con calma e sviluppare il piano in due fasi. 

- Fase uno. Realizzazione dell'artificiale. Nello stato di grazia in cui ero ci vollero pochi minuti per idearlo ed altrettanti per battezzarlo. Di certo non lo potevo chiamare Scarafaggio o Blatta Orientalis, occorreva qualcosa di più internazionale. Optai per un Bug & Ross Fly (leggesi Bagherozz Flai) che, a quel non so ché d'esterofilo, unisce un suono molto onomatopeico. 

- Fase Due. Ripopolamento con le blatte, delle migliori acque da salmonidi. Per questa seconda fase mi rivolsi con una lettera direttamente a tutte le Associazioni di Pescatori ed Autorità Pubbliche che gestivano acque da trota. 

Caro Signore, sono in grado di fornirvi un numero illimitato di scarafaggi da utilizzare come cibo da trote al posto dei sempre più carenti insetti acquatici. Basterebbe ripopolare le rive delle vostre più pregiate acque da salmonidi con questa specie, per vedere, nel giro di pochi mesi, moltiplicare la capacità ittiogenetica dei vostri fiumi.        Cosa ne pensate?  

"Sei da legare!" mi rispose un biologo. "Vogliamo una città pulita" mi rispose il sindaco di un comune rivierasco. Non ci potevo credere. Non avevo un acquirente. Peggio ancora. Le mie lettere, rese pubbliche, causarono allarme. Fui minacciato dalla Lega Antiscarafaggi, ed allo stesso tempo tacciato di barbarie da un'organizzazione chiamata Ama la tua Blatta.

Ma quello che mi fece desistere dal mio proposito fu un vecchio compagno di pesca. Egli minacciò di rivelare in pubblico che io non abitavo a Cesena, non pescavo solo a mosca con ami senza ardiglione praticando il Catch & Release integrale; ma che in realtà vivevo a Belluno, praticavo abitualmente la pesca col verme ed appena possibile innescavo un bello Scazzone catturando grosse mormorate in periodo di frega, di cui avevo il freezer pieno. 

Così non esiste la Bug & Ross Fly, continuo a lavorare tutti i giorni, non sono mai apparso in TV e difficilmente potrò andare in pensione prima dei settant'anni.