X-Lake

Un approfondita analisi etologica, eseguita su specie ittiche endemiche di un bacino idrico individuato solo di recente, ha portato gli studiosi di tutto il mondo a formulare nuove ipotesi sulla reale cronologia dell’antropizzazione del Nord America. Di seguito la cronaca della scoperta ed alcune delle più accreditate teorie.

Marco Sportelli

 

 

          Il 13 Giugno 1992 partì da A… un idrovolante diretto al Pink Salmon Lodge. A bordo, oltre a pilota, bagagli, scorta di viveri ed attrezzatura da pesca, c’era una comitiva di quattro pescatori. In realtà non erano una comitiva. Non erano neppure amici. Si erano visti per la prima volta sulla pista del piccolo aeroporto locale, spinti lassù, nel Grande Nord, dalla medesima passione. La pesca a mosca. Il pilota, Joe Woodhead, trascorreva i lunghi inverni boreali nelle taverne di A… bevendo birra e raccontando avventure di pesca. Solo a fine primavera, quando cominciava la risalita dei salmoni, Joe poteva passare dalle parole ai fatti: anche quest'anno, come gli scorsi cinque, si sarebbe guadagnato da vivere portando con il suo piccolo De Havilland  ricchi pescatori al suo lodge sul lago T… In realtà era poco più di una baracca ai bordi dell’acqua. Poteva ospitare cinque persone, e lui stesso s’ingegnava a far da cuoco e guida. Insegnava loro i più elementari rudimenti della tecnica e li accompagnava con un gommone nei migliori tratti del lago e del fiume T… 

Quel giorno accadde qualcosa d’inaspettato. Dopo un’ora di volo e sebbene l’orizzonte fosse sgombro da nuvole, penetrarono in un denso banco di nebbia. La foschia si tramutò ben presto in pioggia e poi in bufera. Raffiche di vento scuotevano violentemente il mezzo e, peggio di tutto, Joe si accorse che qualcosa nella bussola non andava: l’ago sembrava impazzito. Poi, pian piano, la visibilità  migliorò. La pioggia lasciò spazio ad un cielo sereno. Tanto sereno da chiedersi dove fossero ora quelle nuvole. Persi i riferimenti di rotta Joe cercò di orientarsi a vista ma si rese subito conto che quelle montagne, quel fiume ed anche quel lago dalla caratteristica forma a “X”, che ora stava sorvolando, non ricordava d’averlo mai visto. Di certo quella che ora s’intravedeva in riva al lago era una casetta di legno e con il carburante ormai agli sgoccioli decise d’atterrare. Scusandosi con i clienti per il disguido planò vicino alla baracca. Seppure abbandonata da anni sembrava in buone condizioni. Considerato che avevano viveri, attrezzatura e gommone al seguito concordarono che avrebbero potuto aggiungere avventura all’avventura, rimanendo in quel lago ed esplorandone i dintorni. Ben presto avrebbero scoperto cosa aveva riservato loro la sorte… Prima che facesse buio ebbero giusto tempo di sistemarsi nella baracca e preparar la cena. Le grandi attese per il giorno successivo generavano in loro un’eccitazione densa e palpabile. La notte passò tranquilla ma appena la luce del sole filtrò dalla finestra la curiosità prese il sopravvento. Si precipitarono fuori. Lo spettacolo che li accolse fu grandioso: a perdita d’occhio pesci di varie specie e dimensioni rompevano la superficie esibendosi in bollate, capriole o cacciate mozzafiato. Ovunque era attività. Ovunque era vita e morte. Nessuno fece colazione. Chi a piedi, chi in gommone, tutti si diressero verso la loro parte di divertimento. Ancora non sapevano cosa li attendeva… 

D…, patito della mosca secca, s’incamminò lungo la riva. Lanciò la sua piccola imitazione nei pressi di una serie di ciuffi d’alghe scure parzialmente emerse. Appena l’artificiale ne sfiorò uno si generò un gorgo ed il ciuffo partì con la mosca verso il largo. Mentre D…, stupito per la cattura, la forzava verso riva una rapida scia intercettò la sua preda ed in un attimo se n’andò con pesce e mosca, lasciando come unico ricordo del suo passaggio una manciata di peli a galleggiare nell’acqua. D… aveva appena fatto la conoscenza del Black Barb e del Triluzzo.

Black Barb: pesce insettivoro alquanto particolare. Si ciba prevalentemente di grossi pidocchi (Pidiculus capiti gigans) che cattura appostandosi immobile con parte del corpo emerso. Il pidocchione scambiandolo per una bella testa pelosa corre a deporvi le uova ma per sua sventura finisce subito trascinato sott’acqua e poi divorato dal Black Barb. Il folto pelo che lo ricopre non ha solo funzione adescante ma, essendo tossico, è un validissimo deterrente per i predatori. Può essere facilmente catturato a mosca secca posando con lanci precisi un’imitazione di Pidiculus capiti gigans sui pesci emergenti.

Triluzzo: è il predatore d’elezione del lago. La livrea è molto simile al nostro luccio da cui differisce soprattutto per la bocca. Essendo la sua principale preda il Black Barb, dal temibile pelo, il Triluzzo ha evoluto un idoneo apparato boccale dotato di tre serie di denti paralleli. La prima serie taglia il pelo, la seconda lo taglia prima che rientri e la terza, opposta alle altre due esegue il contropelo. Con una veloce ingestione-espulsione (dentro-fuori), in una frazione di secondo riesce a trasformare la preda da pelosissima a liscia come una mortadella. Sebbene preda ambitissima, questa sua particolare caratteristica lo rende in pratica imprendibile all’amo. Difatti con la prima serie di denti riesce a tagliare il nylon, con la seconda trancia di netto anche il miglior Kevlar, mentre con la terza adora trasformare i più robusti cavetti d’acciaio in braccialetti e catenine che poi utilizza per corteggiare le più belle Trilusse del lago. Nelle lunghe pause digestive tra un Black Barb e l’altro ama ingannare il tempo scrivendo poesie in romanesco. E’ da ciò che Eliano (170d.C.-230 d.C.) nel suo Della Natura degli Animali ne dedusse che in realtà il Nord America era già stato conquistato dai Romani nel V sec. d. C. ed annesso all’Impero. Attacca corposi streamer in strip di coniglio nero recuperati poco sotto il pelo dell’acqua.

 

Nel frattempo… 

Woodhead accompagnò con il gommone B… e C… al centro del lago. Non  mancarono certo le catture, ma a causa della frenetica attività acrobatica delle loro prede ben presto si ritrovarono bagnati fradici. Erano completamente circondati dalle più svariate specie di Saltone. Nello X-Lake sono presenti tutte le cinque specie di Saltone del Pacifico più il pregiatissimo Saltone Atlantico. Come già avrete capito la caratteristica comune a tutte le specie di Saltone è la naturale propensione a spiccare balzi fuor d’acqua. Si differenziano invece da specie a specie per particolarità comportamentali e morfologiche. Vediamole nel dettaglio:

    Saltone salveloxinus: si riconosce facilmente perché al posto dei classici puntini neri presenta delle estese macchie a “X”. Ad un più attento esame è facile capire che in realtà non sono macchie, ma cerotti (da cui il nome). Difatti questa particolare specie ha la pessima abitudine di saltare in acqua bassa e molto spesso ricade sui sassi della riva con conseguenti escoriazioni. Lo streamer più produttivo è stato il Red-Cross, recuperato a filo di sponda, di cui vi diamo il dressing:

Amo: 118 bl

Filo: chirurgico da sutura

Corpo: dubbing di cotone idrofilo.

Ali: garza sterile sagomata

    Saltone cottimo cottimus: è indubbiamente il più attivo di tutte le cinque specie. All’alba è già in movimento e non si ferma fino a notte inoltrata. I più Stakanovisti proseguono imperterriti a saltare per 24 ore il  giorno, qualcuno addirittura per 25(?). Come fanno!? Semplicemente cominciando un’ora prima la mattina. Da ciò lo Storico ufficiale della Lega, dott. Brambilla, nonché Rettore della cattedra di Storia Comparata alla Bocconi, nel suo studio sull’influenza della cultura Padania nel mondo, ne ha dedotto che in realtà il Nord America doveva già esser stato colonizzato 1000 anni fa da una famiglia di cottimisti di Bergamo “de sura”. Al grido di “Aluura!!!” attaccano con foga streamer recuperati velocissimi.

    Saltone bubkensis: estremamente competitivo, dedica gran parte della giornata ad allenarsi. Ogni sera i campioni della specie si ritrovano al Vecchio Larice per la loro garetta giornaliera.  Riescono a superare agevolmente i cinque metri in altezza ed i migliori si avvicinano ai sei. L’attuale record, mt 6.14, accende ogni sera al Bar Sport violente discussioni sulla validità della sua omologazione. Qualcuno vocifera che quella sera la corrente a favore fosse superiore ai 1,5m/s consentiti dal regolamento olimpico. Prediligono imitazioni alate che ghermiscono durante il volteggio ad uno o due metri dal pelo dell’acqua.

    Saltone del settimo giorno: ne sono stati avvistati solo due esemplari, il settimo giorno di permanenza al lago. B… racconta che erano circa le nove del mattino, gli altri ancora dormivano, quando sentì bussare alla porta. Ancora insonnolito scese dal letto, aprì la porta, e si trovò davanti due pesci lessi vestiti di blu. Cercarono di convincerlo per 10 minuti che la fine era vicina. B… troppo addormentato per risponder loro con la giusta dialettica estrasse la fiocina (cosa che poi, quale presidente della Catch & Release Association, ha sempre dovuto smentire) e li inseguì fino ad aver l’acqua alla cintola, e pensò: “Certo chi chist so’ proprio strunz! Par che nun lo saccio che pa a gita a fine è vicina!? Che ogg’ è l’ultimo iurno!?” Non fanno distinzioni di mosche ma fanno molto caso all’anima delle vostre code.

    Salto salar o Saltone atlantico: il più nobile e pregiato della famiglia. Da giovani e nel pieno delle forze sono contesi e profumatamente stipendiati (Sterline da versarsi direttamente nel conto Svizzero) dai vari proprietari di Lodge e concessioni fluviali. Risalgono beat dopo beat, dei più noti fiumi Inglesi e Scozzesi, per esibirsi in ogni pool con salti, gobbate o addirittura salite sulla mosca, sempre corte quel tanto che basta per evitare di essere punti, ma abbastanza vicine da eccitare il pescatore di turno che ha sborsato migliaia di sterline per prenotare la settimana. Il rischio di venir allamati è bassissimo, si narra che nel Regno Unito l’ultimo Salmone Atlantico fu catturato prima della nascita di Gutemberg, e si sa… tutto quello tramandato oralmente molto spesso è solo leggenda. Nel lago sono presenti solo esemplari anziani, tutti ricchi pensionati che, dopo una vita di duro lavoro, sono venuti quassù a godersi il meritato riposo. Si dice che siano straordinariamente tirchi. Tanto tirchi da passare intere giornate seduti davanti al Bar Sport a raccontarsi dei bei tempi andati, di come non esistano più i saltoni di una volta, di come i giovani d’oggi non vogliano più far questo mestiere, senza consumare nemmeno un bicchiere d’aria né lasciare mai un soldino per il cameriere. Da ciò, il famosissimo Antropologo Scozzese Mac Kisei, ne ha dedotto, rifacendosi ad antichi documenti trovati sotto le pietre di Stonehenge, che in realtà il Nord America fosse già stato colonizzato 600 anni fa dal clan dei Mac Kemancia & Manc. A questa tesi da sempre si oppose l’Esimio dott. Brambilla il quale evidenziava che anche il Cristoforo Colombo oltre che, ovviamente, Padano era pur sempre un Genovese. Per un breve periodo gli studiosi presero in considerazione quest’illazione fino a quando, nel 1999, uno studio comparato sulle assonanze degli alleli nelle sequenze cromosomiche della spirale mitocondriale prelevate da un Temolo dell’Avisio e da un Salmone dello Spey ne confutò definitivamente la validità.

E…, invece, con il suo carattere diffidente, non volle salire sul gommone né allontanarsi dalla baracca. Si sedette sul piccolo imbarcadero, lanciò una sommersa in un punto dove aveva visto ribollire l’acqua ed in un attimo si ritrovò in canna il piccolissimo, velocissimo e terribilmente aggressivo Thard Bass.

    Thard Bass: seppure sia non più grande di una squama di Saltone ed ami cacciare da solo, si narra che in una sola notte sia in grado di attaccare e spolpare fino al midollo un intero branco di Saltoni. Attacca streamer, sommerse e tutto ciò che si muove sott’acqua. Averlo in canna è un’emozione da non perdere, riesce a sfilarvi dal reel tutta la coda, sfilarvi il backing e mentre voi continuate a guardare con sempre più apprensione il vostro mulinello ormai vuoto, lui è già dietro di voi intento a sfilarvi anche il portafoglio. Per questa sua peculiarità è tuttora  in corso una discussione scientifica sul corretto nome. Chi lo ha visto in azione propende per invertire il nome del genere con quello della specie. Insomma lo vorrebbero chiamare: Bass Thard. Da ciò il prof. Di Gennaro Esposito  rettore della cattedra di Sociologia all’Università di Napoli nel suo studio sull’influenza degli emigrati Partenopei nel mondo dal titolo “Ali u’ Babbà ne li quaranta naziuni” ne ha dedotto che in realtà il Nord America era già stato colonizzato ‘anta anni fa da un gruppo di scugnizzi del Rione Sanità. 

Come scoprirono giorno dopo giorno le stranezze del luogo non si limitavano alla sola fauna ittica. Non posso dilungarmi ulteriormente, altrimenti vi racconterei dell’incontro con l’Orso bianco chepiùbianco, in pratica un orsetto lavatore di 1200kg, del Là-quì-là, un grosso rapace tanto veloce da non sapere mai se era qui o là, del Salice ridente, identico in tutto al piangente con la sola strana particolarità di avere le foglie identiche a quelle della Cannabis indica, e poi il Tacchiappo, l’Ornitorinco, il Varampio, e, tra le specie più strane, non posso dimenticarmi dell’Ortic-ah. In verità il suo nome scientifico è tuttora sconosciuto. Il nome è puramente onomatopeico, derivante dall’urlo che faceva chiunque aveva la sventura di incontrarla. Cercherò di spiegarmi. Come i fiori esibiscono bellissimi colori e profumi per attirare gli insetti impollinatori, l’Ortic-ah riesce a suscitare nell’osservatore un profondo ed immediato sentimento d’antipatia ed un altrettanto immediato bisogno di defecare. Il tutto si tramuta in una necessità altrettanto immediata di evacuare sulla medesima, oltretutto schernendola con frasi tipo “Or ti cago sopra…!!!”. Ma, inevitabilmente, succede che mentre il tipo è a braghe calate la pianta, sollevato un tentacolo urticante, gli punge il fondoschiena a mezza frase che invariabilmente si trasforma in un “Or ti cahhhh…” talmente potente da riecheggiare per tutta la valle. Il dolore in realtà cessa subito, ma chiunque è punto dall’Ortic-ah contrae l’alquanto imbarazzante Ortic-aria.

L’Ortic-aria si manifesta con una serie ininterrotta di scoregge, le quali, oltre che puzzolenti, generano in chi le annusa irritazione della pelle e macchie rosse pruriginose. Difatti il metodo che questa straordinaria pianta ha scelto per riprodursi è proprio quello di utilizzare quale vettore delle sue spore l’”aria” intestinale dell’infettato. Il decorso della malattia è generalmente benigno e basta assumere pasticche di fluoro e lavarsi i denti dopo ogni pasto per evitare la ben più pericolosa forma perniciosa conosciuta come Orticaria undente. 

Tra le varie stranezze qualcuno di loro al ritorno narrò addirittura che durante la notte capitava che il cielo s’illuminasse. Spettacolari bagliori, cangianti macchie rosa, viola, azzurre, strisce di luce che apparivano all’improvviso …  Ma su questo fenomeno, che ho dubitato fino all’ultimo se riportare, non mi pronuncio, vi lascio libero arbitrio nel giudicarlo. Alla fine della settimana, risalirono tutti a bordo dell’idrovolante. Com'è ovvio, nel viaggio di ritorno incontrarono nuovamente nebbia, pioggia e poi bufera. Infine atterrarono in perfetto orario all’aeroporto di A… Era una splendida giornata di sole.  

Quell’esperienza però non fu mai dimenticata e determinò molte delle loro scelte di vita.

    B... si trasferì a Teheran dove tuttora gestisce un chiosco di ciccioli e porchetta.

    C... vive a Posillipo dove possiede un’agenzia specializzata in Trekking e Speleologia alle Maldive.

    D... abbandonò la professione di Chirurgo Estetico per dedicarsi alla ricerca di un vaccino contro l’Or-ti-caria un-dente. Solo nel 1999 riuscì ad isolare l’agente patogeno ed a commercializzarne l’antidoto. Ora, chiunque sia contagiato, non ha che da prendere una sola compressa di Emo-telotolg®. (Assumerlo per via orale. E’ un medicinale, leggere attentamente le avvertenze).

    E… ha cambiato sesso e si guadagna da vivere ballando in un Lap-Dance-Bar a Last Chance, Idaho.

Woodhead da quel giorno non si è più dato pace. Ha continuato ad esplorare i territori del Grande Nord a bordo del suo De Havilland nella speranza di poter ritrovare lo X-Lake. L’ultima volta che fu visto stava salendo sul suo aereo, un pomeriggio di fine estate, proprio mentre una bufera di neve, decisamente fuori stagione, imperversava nella zona. Di lui non si seppe più nulla. Le ricerche, che proseguirono per settimane, non rinvennero mai né il corpo né la carcassa dell’aereo né tanto meno lo X-Lake. 

I luoghi ed i personaggi di questa storia sono realmente esistiti ma essendosi rifiutati di sottoscrivere la liberatoria richiesta dalla legge sulla privacy sono stato costretto a non divulgarne i nomi, eccetto quello di Joe Woodhead che in quanto disperso non mi può certo far causa. Di Pink Salmon Lodge n’esistono talmente tanti che il nominarlo non ne facilita certo l’identificazione. 

    PS: per i pochissimi lettori talmente attenti da essersi accorti che ho saltato il nome della quinta specie di Saltone del Pacifico e talmente curiosi che per conoscerlo mi hanno letto fino alla fine, eccoli accontentati! Si tratta del:

    Saltone saltato: saltato di nome e di fatto. Da questo, la nota Antropologa nonché grande ottimista prof.ssa Uto Maria Pia, per gli amici Pia, Uto Pia, ne ha dedotto che se la scoperta del Nord America fosse stata saltata forse…