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Primo Gennaio 2002. Ci siamo, dopo tanto parlare finalmente l'Euro è in circolazione. Mi ricordo che ero poco più di un bambino quando si cominciò a parlare d'Europa. Dapprima il MEC, poi la CEE, l'ECU ed infine l'EURO. Sono occorsi anni di diplomazia, patteggiamenti, ripensamenti, ma alla fine la perseveranza ha portato a questa svolta. L'obiettivo di un'Europa unita, per quanto indispensabile (occorre un polo contrapposto allo strapotere d'oltreoceano) è ambizioso, ma credo che il possedere una moneta unica sia un notevole passo avanti. Prendendo spunto da quest'evento mi viene naturale pensare alla divisione che regna del mondo della mosca. Grandi Associazioni, club e anche singoli pescatori combattono

 

faide trasversali a colpi di loop, angolati e strike indicator. Ogni Club ha il suo Guru, che professa la sua verità ed istruisce i suoi adepti in modo radicale (Al confronto i fondamentalisti islamici ci fanno una pippa) Il risultato è sotto agli occhi di tutti, una frammentazione inspiegabile (solo a Forlì ci sono tre Club di pesca a mosca) che porta ad una dispersione delle forze in campo, quando non addirittura ad una contrapposizione. Tutti i passati tentativi di creare un coordinamento tra le varie entità, vedi CIPM od UNPEM sono falliti. La cosa strana è che a parte qualche inezia, tipo impugnatura della canna o più o meno spiccata attitudine alla ninfa, gli obiettivi e l'etica del sistema sono comuni a tutti. Se gli stati europei sono riusciti ad avere una moneta unica, e stiamo parlando di soldi, molto più semplice doveva essere per noi creare un unico movimento che, dotato della forza ed influenza data dal numero, potesse avere l'autorevolezza necessaria ad intervenire in fase decisionale e gestionale sugli ambienti acquatici a noi tanto cari. Non dico che dovremmo inventare una Tecnica di Lancio uropea ma almeno, provando a superare radicalismi e vecchi rancori, trovare una linea comune nazionale e lavorare insieme per salvare quel poco che resta. Su radicalismo e visione settaria delle cose è con piacere che proponiamo di seguito una disquisizione di un nostro socio, ricordando che, come sempre, le idee ed i concetti espressi nelle pagine del nostro notiziario non sono le linee del club ma rispecchiano semplicemente la libera opinione del singolo autore.

Marco Sportelli

TLP

Tecnica di Lancio Parziale

Turroni Fabrizio

 

Ho seguito, su una rivista di settore, alcuni articoli di Roberto Pragliola sull’evoluzione delle attrezzature e della tecnica di lancio. Pragliola fautore della TLT(Tecnica di Lancio Totale) asserisce che il lancio non si è evoluto in proporzione ai materiali che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione. Cito testualmente:” …che il lancio sia rimasto indietro lo dimostra il fatto che non esiste sport dove l’evoluzione non abbia coinciso con la leggerezza e la velocità. Di conseguenza il loro contrario, peso e scarsa velocità, sono da considerarsi per prima cosa limitativi e in secondo luogo, laddove persistono, sintomatici di uno stadio meno evoluto”.

Fabrizio sul Tolminka Ott-2000Inoltre, discutendo il fatto che alcune aziende americane hanno introdotto a catalogo canne corte per code leggere, asserisce che però l’azione delle stesse sfavorisce la diffusione di attrezzature leggere in quanto dotate di un’azione di vecchia concezione in cui la canna è concepita come una molla e che “…purtroppo, finchè questi attrezzi saranno costruiti con certi criteri, sarà sempre così e, di conseguenza, la vera attrezzatura da pesca (da trota), non potrà che essere quell’altra: quella che proietta code relativamente pesanti (DT 5-6)”.

Vorrei esprimere il mio punto di vista in merito alla faccenda.

Io ritengo invece che le canne stiano evolvendo, ma in funzione delle necessità dei pescatori proprio in situazione di pesca. Quando ci rechiamo sul fiume sappiamo che i pesci potranno cibarsi sul fondo come in superficie e che potranno essere insidiati sia con un ninfone piombato che con una spentina sul 20 (se non addirittura con uno streamer etc.). Per molti è pertanto necessario cercare una attrezzatura che costituisca un buon com-promesso e consenta di affrontare un’ampia tipologia di situazioni che si possono di volta in volta presentare. Una canna che carica come una molla consente di lanciare meglio una ninfa piombata, una canna rigida che consenta invece di velocizzare l’azione sarà più valida per la secca. Io, come molti altri, cerco il compromesso che più si confà alle mie caratteristiche e necessità.

Pertanto i costruttori cercano di corrispondere alle richieste dei pescatori elaborando, evolvendo e producendo attrezzi che abbraccino varie situazioni di pesca, senza ovviamente eccellere in nessuna, ma consentendo buoni risultati in tutte o quasi.  

Fabrizio a Città di Castello

E’ un po’ la situazione dei costruttori di automobili: producono per le competizioni macchine velocissime, leggerissime etc., ma solo a scopo pubblicitario. In produzione mettono poi macchine che evolvono invece le caratteristiche richieste dagli automobilisti e cioè sicurezza e comfort (l’aria condizionata per esempio toglie leggerezza e, sottraendo potenza, velocità. Ma la considero un’evoluzione…).

Il nodo della questione direi che risiede nell’assunto iniziale del Pragliola:”…non esiste sport dove l’evoluzione non abbia coinciso con la leggerezza e la velocità…”.

Io sento la pesca come qualcosa di estremamente lontano dallo sport e dalla competizione.

Per le gare di lancio vengono utilizzati attrezzi appositamente studiati, ma sono validi solo in quest’ambito…

Preciso che il più delle volte decido di scegliere, tra l’attrezzatura che tengo nel bagaglio, la più leggera (per coda 3) sapendo che mi precluderò determinate possibilità e dando la precedenza alla situazione che più mi piace: la pesca con la secca.

Mi guardo bene però dal ritenermi più evoluto e definirei la mia scelta molto limitante e meno vicina alla totalità delle situazioni riscontrabili in pesca. Da qui il titolo di questo scritto “Tecnica di Lancio Parziale”.