Le trote del III° millennioMarco Sportelli |
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Nel degrado generalizzato, proprio di una civiltà consumistica, abbiamo mancato per poco un occasione storica. Pensate: se invece della mucca, ci capitava la “TROTA PAZZA”, si azzerava in un attimo il problema bracconieri e capocciatori. In un paio d’anni avremmo avuto i fiumi stracolmi di pesce. Non ci credete? Provate lo Slizza, è pieno di trote. Da quando è stata ventilata la possibile presenza di metalli pesanti, provenienti da una miniera più a monte, (non c’è niente d’ufficiale) i pescatori locali evitano accuratamente quelle acque, con somma gioia di pescatori a mosca praticanti il “catch & release” ed ignari turisti che non conoscendo il problema cestinano ugualmente. E badate, è una semplice voce. La nostra società diventa sempre più evoluta, si concentra solo sull’essenziale. Prendi le trote, per esempio, da tempo ci siamo abituati a vederle senza pinne, ”ma tanto a cosa servono” dicono gli allevatori, “mica si mangiano le pinne”. Vigliacco poi se riesci a prenderne due uguali, non ci stupiamo più di catturare sullo stesso fiume trote fario dalle più disparate livree:siamo abituati ad una società multietnica. Aspettando gli sviluppi della realtà virtuale c’è già chi pensa di brevettare un ceppo di trota con la bocca lanuginosa. A cosa serve?! Ma è l’ultima frontiera in fatto di “catch & release”: potremmo costruire i nostri artificiali su di una piccola striscia di velcro e rilasciare cosi il pesce senza colpo ferire. Fra qualche anno, poi, ci potremo dimenticare le centinaia di chilometri in macchina, le giornate di pioggia, il vento, le canoe, le zanzare…Basterà andare nel negozio di pesca sotto casa e con poche migliaia di lire potremo passare delle ore di pesca favolose in fiumi bellissimi, con pesce che bolla e catture da sogno, occorrerà "solo" indossare il visore e la canna elettronica nell’annesso sgabuzzino virtuale. Intanto, aspettando questi tempi migliori(??), accontentiamoci delle solite trotelle: poche, maledette, ma subito.
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