Meglio nel Nera che in fiera.

Racconto di fine inverno

Andrea Pipani

 

 

Partenza di domenica in direzione Verona. Molti degl’iscritti al Forlifly all’attacco della fiera. Durante il viaggio si parla di pesca, di donne, di calcio, ed il discorso cade inevitabilmente sull’Inter, essendo sia Stefano, Bepi ed io tifosi di questa squadra.

Guerri guida ed ascolta, poiché di calcio non gliene può fregare meno. Non mi sono mai piaciute le fiere, di nessun tipo. Le trovo noiose, stancanti; le luci al neon una sofferenza per gli occhi. Il tempo scorre tra uno stand e l’altro. Chiedo informazioni su viaggi di pesca: AWA, Levantades, To 10 Fishing, etc… Dopo qualche chiacchierata con personaggi molto snob e pieni di se e dopo aver riempito il mio sacchetto con opuscoli di ogni tipo, arrivo alla conclusione che la globalizzazione ha ormai inghiottito anche la pesca a mosca. Con i soldi, un bel po’, puoi pescare dove vuoi in giro per il mondo, con un viaggio super personalizzato. Stellheads, Salmoni, Trevally, baby Sharks, small, medium and Big Tarpon, Dorado e forse Piranha, ma solo a ninfa! Più li ascoltavo e più mi veniva voglia di andare a fare una bella pescata di cavedani nel Savio. Ma ecco spuntare Charles Jardine nella piscina di lancio con la Marika Cicoria, moglie di Salvini”CavolfioreJ”, a fare da traduttrice. Che sballo! Non c’è tregua; appare dal nulla il mitico Pragliola, “The TLT’s King”, con il suo codazzo, che presenta la sua 7-800€ Loomis firmata con qualche lancio SIM. Wow! Ritrovo gli altri. Il babbo di Mularo esprime il desiderio di andare a pescare Merluzzi in Norvegia quando riuscirà ad andare in pensione. Guerri invece non è pienamente soddisfatto della Maxia di Aldo. Sambuchino si è rotto i coglioni già da un bel po’ e preme per andare via. Io nel frattempo incontro un mio amico pescatore di Udine ed insieme commentiamo il momento più bello e più vero della giornata: in un angolo della piscina un bimbo di 5-6 anni si mette a lanciare con una grazia e delicatezza che ridà alla pesca a mosca un alone di magia e naturalezza meraviglioso. Lo guardo e penso a Mercoledì quando sarò nel Nera. Chiudo gli occhi e… sono già lì!

Insomma, sono gia lì… diciamo che ci arrivo solo dopo un viaggio allucinante in E-45, una strada che mi ricorda più i percorsi dissestati da “terzo mondo” nelle montagne dell’India, che le cosiddette superstrade del “primo mondo” civilizzato. Settore A-Monte. Si comincia la stagione di pesca e tutte le tristezze scompaiono. Monto una ninfa chiara, memore del Diario di Pesca 2005, costruita con il corpo in lattice, torace in pelo di lepre, alette in grizzly ed una buona dose di filo di piombo. Dopo un’ora ho già catturato diverse trote e slamate altrettante. Le catture si susseguono sia  a ninfa che, nelle ore centrali, a secca ed il vento freddo non fa più paura. L’acqua che scorre con il suo rumore e senso della vita mi da una gran pace interiore. Un pescatore mi viene incontro con la canna piegata al limite. La trota che lo precede è veramente molto grossa. Scende dimenandosi verso valle aiutata dalla forte corrente d’inizio stagione. Lui è teso ed eccitato al tempo stesso, come lo è l’amicone che lo segue per la foto di rito, ma proprio di fronte a me il finale dello 0.18 si rompe. Lo guardo, mi guarda, ci guardiamo. Che sfiga!!!

Rimango ancora a pescare nello stesso punto osservando di tanto in tanto il “Bestione” che, in un angolo della sponda opposta, si riposa. E’ sfinita, ma questa volta ha vinto lei!