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Una
smania alieutica ci assale, ma piove, è freddo e di
uscire
a caccia di qualche pesce invernale non se ne parla neppure ed è cosi che in
preda a questo micidiale mix di noia e passione ci dirigiamo verso il più
fornito negozio di pesca della zona. Avete notato come la maggior parte degli
acquisti si faccia d’inverno?
Sarà
per il maggior tempo passato nei negozi od a sfogliare cataloghi di materiale da
mosca, ma più probabilmente sublimiamo la nostra passione portandoci a casa
qualche feticcio, cerchiamo di soddisfare la nostra voglia comprando
attrezzatura da pesca. Questo è comprensibile: una nuova canna o nuovi stivali
ce ne fanno sognare il futuro utilizzo rendendo più vividi anche i ricordi, le
emozioni ed i colori della stagione appena passata che già cominciavano a
stemperarsi nel grigio invernale che ci circonda. A me perlomeno capita così,
d’estate al massimo acquisto il filo per terminali in via d’esauri mento e
mai mi sognerei di fare spese ingenti (piuttosto lo stesso badget lo investo in
un’uscita di pesca), d’inverno intensifico le mie visite al negozio e
qualsiasi cosa che mi capiti sottocchio rimane attaccata alla mia mano. Mentre i
primi anni questo si traduce in un aumento d’attrezzatura più o meno
indispensabile ben presto non sappiamo più cosa comprare. E’ qui che scatta
l’operazione gadget. Non credo che in nessun altro tipo di pesca ci si sia
sbizzarriti tanto nel crearne. Si trova di tutto: dallo spillo di servizio in
titanio alla forbicina in ceramica, dallo slama-mosche made in USA all’annoccatore
di legno d’ulivo. Per non parlare di spille, etichette, etc….Il bello è che
non solo investiamo capitali in questa schifezza ma li esibiamo addirittura come
trofei. Basta guardare un medio PAM in riva al fiume per rendersene conto: dal
suo giubbotto milletasche, sempre stracolmo, pendono, come fosse un albero di
Natale,
decine di ninnoli, ciascuno appeso alla sua catenella o service button, tutti a
portata di mano, tutti immediatamente raggiungibili ed identificabili per non
perdere neppure quel secondo necessario ad aprire una zip. E’ vero sono
polemico, ma mi fanno una rabbia infinita: non sono mai riuscito a capire come
facciano con tutta quella mercanzia a non impigliarcisi continuamente durante
l’azione di pesca. Anch’io ci ho provato, mi accontentavo di meno, mi
bastava anche solo tenere appeso il tubetto del silicone. Mi hanno detto “basta
trovare il punto giusto”
ma anche dopo averlo fatto migrare su tutta la
parte anteriore del giubbotto, inevitabilmente coda o finale finivano per
ingarbugliarvisi, lo ho dovuto mestamente rimettere dentro la tasca lasciando
sporgere solo il beccuccio. M’impiglio abitualmente nei bottoni della camicia
o nella visiera del cappello, figuriamoci in quei maledetti aggeggi penzolanti!
La
seconda valvola di sfogo invernale del PAM che si ostina a non andare in letargo
è il materiale da costruzione. Passata l’epoca delle mosche classiche, in cui
si accumulavano scalpi, colli, ali, code e piumaggi esotici, adesso, con la
semplificazione che ha portato il CDC e la mania d’acquisto che non può
essere esaudita a ragione, il mercato si è sovrassaturato di prodotti sintetici
o precostruiti. Dubbing già pronti, corpi di tutte le taglie, ali presagomate,
fibre e filati sintetici di tutte le forme e colori invadono la nostra cassetta
da costruzione per rimanere poi sistematicamente inutilizzati. Però una bella
cassetta piena da sicurezza, ci fa sentire sicuramente dei costruttori migliori.
Tutto questo per dire cosa?
Quest’anno
non sperperate tutta la vostra paghetta in gadget, conservate qualcosa per
l’iniziativa esposta qui a fianco.
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