FILOSOFIE A CONFRONTO

   Catch & Release         Catch & Magnam

 

 

 

 

 

Queste sono alcune semplici regole che, se seguite, vi consentiranno di rilasciare integri i pesci catturati e quindi, per voi e per gli altri pescatori, essere catturati ancora. Ricordate che un pesce che appaia in cattive condizioni difficilmente potrà sopravvivere se non sarà rilasciato con la massima cura.

1. PESCATE CON LA MOSCA ARTIFICIALE. Ciò è peraltro obbligatorio in molte zone, particolarmente dove la pesca è consentita solo praticando il catch & release (cattura e rilascia). Pescando con la mosca, al di là dell’alta sportività di questa disciplina, si verificano i più bassi tassi di mortalità del pesce catturato, che può quindi essere liberato senza danni. 

 2. USATE AMI SINGOLI E PRIVI DELL’ARDIGLIONE. Anche se ne fosse consentito l’uso, evitate l’impiego degli ami multipli (ancorette) e degli ami con ardiglione. Potrete liberarlo più facilmente evitandogli lacerazioni, questo anche a voi stessi, in caso di aggancio accidentale ... !!! La mancanza dell’ardiglione non aumenta significativa-mente - come molti credono - la slamatura e quindi la perdita del pesce in fase di recupero.

3. IL TEMPO È ESSENZIALE. Recuperate e liberate il pesce più rapidamente possibile. Un pesce fuor d’acqua non può sopravvivere più di tre o quattro minuti: la mancanza di ossigeno gli provocherebbe danni cerebrali mortali. Un pesce portato a riva delicatamente, ma in un tempo troppo lungo, sarà esausto e stressato.

 

4. TENETE IL PESCE IN ACQUA per quanto più possibile, fuori si sentirebbe soffocare e, ricordate, è un animale sotto sforzo ed impaurito. Potrebbe schiacciarsi permettendogli di saltare e dibattersi sui sassi o sulla terra. Mantenendolo in almeno 20 centimetri d’acqua, saranno sufficienti ad evitargli urti.

5. LA DELICATEZZA nel maneggiarlo è essenziale. Per trattenerlo non mettetegli le dita nelle branchie e non stringetelo: potrete facilmente tenerlo per il labbro inferiore. Il guadino è un ottimo aiuto, ma e maglie della rete non devono impigliarsi nelle branchie. L’amo e la lenza aggrovigliandosi nella rete possono intralciare il rilascio, tenete il guadino in acqua e possibilmente utilizzate guadini a rete tesa, appositamente ideati per praticare il catch and release.

6. LA SLAMATURA. Rimuovete l’amo più rapidamente possibile, eventualmente usando pinze adatte (sono ottime le pinzette emostatiche). NON SLAMATE IL PESCE SE AGGANCIATO PROFONDAMENTE. In questo caso - ma non accade pressoché mai pescando a mosca - tagliate il filo e lasciate l’amo dentro. Non estraete rudemente l’amo, provochereste lacerazioni: fatelo rapidamente ma con delicatezza. Specialmente i pesci più piccoli possono morire per lo shock di una slamatura violenta e lacerazione.

7. RIANIMAZIONE. Qualche pesce, specialmente dopo una lunga lotta, potrà perdere conoscenza: lo vedrete galleggiare a pancia in su, mantenetelo in acqua tenendolo nella corretta posizione, muovetelo un po’ in avanti e un po’ indietro per far entrare acqua nelle branchie. È una vera e propria respirazione artificiale da eseguire per alcuni minuti. Quando si riprenderà comincerà a dibattersi riprendendo a nuotare normalmente, a quel punto lo potrete rilasciare: sopravviverà e potrà compiere una nuova sfida con un altro pescatore. Forse ancora con voi..!

adapted from a publication by:

CALIFORNIA TROUT Inc. San Francisco – USA

Queste sono alcune semplici regole che, se seguite, vi consentiranno di conservare integri i pesci catturati e quindi, per voi e per gli altri commensali, essere soddisfatti a tavola. Ricordate che un pesce che appaia in cattive condizioni difficilmente potrà sopravvivere se non sarà rilasciato con la massima cura. Guardate con occhio critico quello che avete appena catturato: sembra in pessime condizioni, non sopravviverebbe di sicuro, annoccatelo.

1. PESCATE CON LA MOSCA ARTIFICIALE. Ciò è peraltro obbligatorio in molte zone, particolarmente dove la pesca è consentita solo praticando il catch & release (cattura e rilascia). Pescando con la mosca, al di là dell’alta sportività di questa disciplina, si ha la possibilità di accedere a zone no-kill o solo mosca dove i pesci sono più grossi e numerosi; è quindi più facile riempire il cestino.

2. USATE AMI SINGOLI E PRIVI DELL’ARDIGLIONE. Anche se ne fosse consentito l’uso, evitate l’impiego degli ami multipli (ancorette) e degli ami con ardiglione. Pensate se il pesce ingoiasse la mosca e foste costretti a tagliare il filo: nel momento in cui lo squartate per eviscerarlo potrebbe diventare molto pericoloso per le vostre dita.

 

3. IL TEMPO È ESSENZIALE. Recuperate ed annoccate il pesce più rapidamente possibile. Un pesce fuor d’acqua più di tre o quattro minuti può attirare l’attenzione di un guardapesca: l’elevazione di una contravvenzione vi provocherebbe danni patrimoniali. Anche un pesce portato a riva delicatamente, ma in un tempo troppo lungo, attira sguardi indesiderati.

4. TENETE IL PESCE IN ACQUA per quanto più possibile, fuori si sentirebbe soffocare e, ricordate, è un animale sotto sforzo ed impaurito. Permettendogli di saltare e dibattersi sui sassi o sulla terra si potrebbero rovinare le tenere carni. Mentre state preparando il sacchetto e l’annaccatore mantenetelo in almeno 20 centimetri d’acqua.

5. LA DELICATEZZA nel maneggiarlo è essenziale. Per trattenerlo mettetegli le dita nelle branchie, non scapperà, non stringetelo potrebbe pestarsi. Il guadino è un ottimo aiuto, ma le maglie della rete non devono impigliarsi nei sassi; tenete il guadino in acqua e possibilmente a rete tesa posizionatelo davanti alla tana sotto alla roccia, che avete appena individuato, con un grosso sasso date un colpo secco sulla roccia e vedrete la trota sotto shock uscire e finire nella rete.

6. LA SLAMATURA. Rimuovete l’amo più rapidamente possibile, eventualmente usando pinze adatte (sono ottime le pinze da dentista). NON SLAMATE IL PESCE SE AGGANCIATO PROFONDAMENTE. In questo caso - ma non accade pressoché mai pescando a mosca - tagliate la gola e le branchie con le forbici e recuperate la mosca con le mani. Non estraete rudemente l’amo, rischiate di lasciarlo dentro e sarebbe molto pericoloso ritrovarselo a tavola.

7. RIANIMAZIONE. Qualche pesce, anche dopo una lunga lotta e dopo essere stato sbattuto su di un sasso potrà non perdere conoscenza: lo vedrete dibattersi per fuoriuscire dal sacchetto, mantenetelo nella corretta posizione ed annoccatelo nuovamente, muovetelo un po’ avanti e indietro per farlo rientrare nella sportina. Attenzione è una vera e propria disdetta quando dopo alcuni minuti si riprenderà e comincerà a dibattersi dentro alla tascona del giubbotto proprio quando il guardapesca vi sta controllando la licenza: il “guardia” se la riderà, “Aha!! Ti ho beccato!” e potrà compiere una nuova sfida con un altro pescatore. Forse ancora con voi ... !

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TROUT IN PADELA  Mont Cudroz – FC

 

Guadino brevettato per C&R.

Ardiglione si o no?

Ormai è appurato che la presenza dell’ardiglione sulle nostre mosche artificiali non aumenta la percentuale di catture, ma anzi spesso la riduce. Già a prima vista, infatti, appare evidente che questo tenderà ad opporsi alla penetrazione soprattutto quando la ferrata è ritardata o poco efficace, perché stiamo pescando lontano o come più spesso capita con finali lunghi e lanci rallentati. Quando poi riusciamo ad agganciare un pesce le operazioni di rilascio sono più lunghe e laboriose facendoci perdere magari momenti preziosi durante la schiusa, per non parlare dei maggiori danni alla nostra preda. In effetti, da qualche anno sono in commercio ami dotati di micro-ardiglioni che riducono parzialmente entrambi i problemi.

Anche l’uso di ami barbless ha i suoi lati negativi: infatti, per gli stessi motivi sopra riportati questi hanno la capacità di penetrare più a fondo e magari andare a ledere organi vitali. C’è anche chi afferma che durante il recupero capita spesso che l’amo perda la presa per poi infilarsi in un altro punto della bocca creando così un doppio danno. Alla coscienza di ciascuno la decisione. 

  Indice di mortalità all’amo

Ecco alcuni punti da conoscere per implementare la tabella sottoriportata:

- minore è la taglia del pesce, maggiori sono i rischi.

-maggiore è la temperatura dell’acqua ed il tasso d’inquina mento più alto è il rischio di morte per infezioni o parassiti.

-più grande è l’amo più è deleterio, mentre di ardiglione o tipo  di pesca si discrimina in tabella.

I punti di aggancio influiscono sulla mortalità portandola al 57% nell’esofago ed al 23% negli occhi, mentre quella associata al sanguinamento, a prescindere dal punto di aggancio, sale tragicamente all’86%.

 

TIPO DI ESCA

Ardiglione

Senza ardiglione

Piccoli pesci

Naturale

33.5%

8.4%

60%

Spinning

6%

 

25%

Mosca

4.8%

2.6%

11%

 

Trote alla diavola

 INGREDIENTI per 4 persone

4 trote da porzione - 2 pomodori - 2 spicchi d’aglio

una dozzina di olive nere snocciolate

un limone - mezzo peperoncino rosso

capperi sott’aceto- un bel ciuffo di prezzemolo

olio d’oliva e sale

COME SI PREPARA

Eviscerate e lavate le trote. Tritate insieme il prezzemolo l’aglio ed il peperoncino, salate, pepate, poi con il composto farcite le trote, infine poggiatele su quattro fogli di alluminio abbastanza grandi da avvolgervi il pesce. Tritate grossolana-mente i pomodori con un cucchiaio di capperi sgocciolati e le olive, poi cospargete i pesci, spruzzate con qualche goccia di limone, irrorate con un filo d’olio, salate e chiudete i cartocci. Sistemateli sulla placca da forno e cuocete in forno a 200° per circa 40 minuti.

Trota al forno 

INGREDIENTI per 4 persone:

una trota di 1200gr circa

alcune foglie di salvia- 2 spicchi d’aglio

un ciuffo di prezzemolo - 2 limoni

5 cucchiai d’olio- sale e pepe

COME SI PREPARA

Pulite e squamate la trota, praticate un’incisione lungo il ventre, togliete le interiora, le branchie e le pinne, lavatela ed asciugatela bene. Mettete all’interno della trota, la salvia e un pizzico di sale, adagiatela in una pirofila conditela con prezze-molo mondato dei gambi e tritato sottilmente insieme all’aglio. Irroratela con l’olio e mettete in forno caldo per circa 15 minuti. Nel frattempo prendete un limone sbucciatelo e tagliatelo a fettine sottili, togliete la pirofila dal forno, unite le fettine di limone alla trota, aggiustate di sale e pepe, rimettete in forno e togliete quando l’occhio del pesce sporgerà in fuori. Disponete la trota su di un piatto da portata caldo, guarnite con fette di limone e qualche foglia di salvia.

Buon appetito!