La mosca invisibile Marco Sportelli |
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Sempre più spesso siamo costretti ad utilizzare microscopiche imitazioni e peggio ancora scarsamente galleggianti, quando non addirittura immerse nella pellicola superficiale. Come riuscire a pescare proficuamente se non sappiamo dove abbiamo posato l’artificiale? Voi non so, io non ci riesco! Come unica soluzione ho adottato il sistema delle due mosche. Vedendo dove si posa quella visibile spesso è possibile individuare anche l’altra o perlomeno si riesce a capire dove e come si sta pescando. Peccato che molti regolamenti non lo permettano, così l’unica alternativa che conosco oltre a quella di rischiare un verbale è la seguente: - aggiungo tramite un triplo surgeon (il miglior nodo per unire due pezzi di terminale) altri 40-50cm di filo. A prescindere da tutte le considerazioni di cui sopra quando si pesca su pesci stronzi allungare ulteriormente il terminale può solo aiutare. - Lego in punta la piccola imitazione necessaria in quel frangente. - Sfrutto i baffi rimasti dal triplo surgeon per collegarci qualcosa di visibile. Si può scegliere tra microscopici strike in pasta, in foam od in yarn, ma quella che preferisco è una mosca privata di tutta la curva dell’amo. Non che le costruisca apposta. Semplicemente tutte quelle che durante la pesca si spuntano o si spezzano, invece di buttarle le conservo in un apposito scomparto ed a casa completo il lavoro. Il sistema delle due mosche non solo è utile per vedere la più piccola ma ci aiuta ad individuare i micro dragaggi. Osservando il movimento relativo che si genera tra le due imitazione è incredibile riscontrare quanto raramente e per quanto poco spazio noi riusciamo ad eseguire passaggi perfette.
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