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Vi capita mai di partire per un uscita di pesca con
quella spiacevole sensazione di aver lasciato a casa qualcosa di
fondamentale? A me si, e peggio ancora, quasi sempre, giunto sul fiume la
sensazione si tramuta in certezza. Non è da molto che ho dovuto pescare con
le scarpe da ginnastica perché mi ero dimenticato gli stivali in garage o
sono tornato a casa perché a lanciare la coda di topo senza canna mi trovo
un po’ in impaccio. Il sottile disagio che provo quando parto
per brevi uscite vicino a casa cresce progressivamente, fino a diventare
angoscia, all’aumentare della distanza della mia meta finale. Volete partire tranquilli, certi di non
avere dimenticato nulla? Volete evitare di ricontrollare mentalmente per
l’ennesima volta i vostri bagagli od aprire ancora la tasca del giubbotto
alla ricerca della Licenza di Pesca? Se la risposta è si, vi propongo di fare
qualche fotocopia di questa lista di controllo e semplicemente spulciarla
mentre preparate l’attrezzatura. Per comodità è divisa in giornaliera e
plurigiornaliera. Qui sotto inoltre riporto qualche spunto d’interesse
generale.
Note
generiche.
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L’attrezzatura va scelta con cura: dovrà essere versatile, la minima
indispensabile e se partite in gruppo tenetevi solo un set di scorta in
società. Appena possibile depositate in Albergo borse e attrezzatura non
indispensabile.
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Anche i
compagni di pesca vanno scelti con cura: i migliori non russano troppo,
devono essere pronti a fotografare i vostri pesci e, naturalmente catturarne
qualcuno meno di voi.
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Non
sottovalutate la pioggia: anche in giornate che sembrano serene portatevi il
necessario. Le migliori pescate spesso capitano con tempo tendente al brutto
o leggera pioggerellina. Sarebbe un peccato doversi ritirare in quei
momenti. Non risparmiate nell’impermeabile, della pioggia conosciamo molto
bene la predilezione a penetrare nel collo e nelle maniche.
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Il mio
amico, detto il “filosofo” per la seraficità con cui affronta le situazioni
dice sempre che il balzello dei permessi di pesca è come le tasse, va pagato
a cuor sereno, con un sorriso. Io ci ho provato, ma loro volevano i soldi!
Portatevene sempre una certa scorta. Gli Euro vengono ormai accettati
tranquillamente anche in Ex Yugoslavia.
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Usate
due borse distinte: una per materiale ed abbigliamento da pesca ed una per i
vestiti di ricambio. Meglio morbide ed impermeabili.
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Se
programmate di pescare più giorni sullo stesso fiume portatevi un minimo di
materiale da costruzione. Trovare la mosca magica e poi finire la scorta
dopo il primo giorno di pesca è una vera disdetta. Se cambiate fiume tutti i
giorni è invece un peso inutile.
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Portatevi i panini, almeno per il primo giorno: è un peccato alzarsi presto
la mattina, correre per strada e poi giunti al luogo di pesca perdere un ora
a cercare un alimentari.
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Se
andate oltre confine valutate attentamente la possibilità di portarvi una
scorta alimentare tale da sopravvivere alla pessima cucina locale.
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Anche
una bottiglia di grappa, le castagne sotto spirito o quella bottiglia di
vino troppo pregiata per la cui apertura sono mesi che aspettate un
occasione degna, la potete sicuramente portare con voi. I vostri compagni di
pesca l’apprezzeranno senza meno. State tranquilli non verrà mai a cena a
casa vostra una persona tanto importante da meritarsela, meglio berla
subito, prima che diventi aceto.
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Se vi
portate anche qualche altra bottiglia meno pregiata, da regalare ai locali,
vi accorgerete ben presto come informazioni “top-secret” diventino in un
attimo consigli dati ad un amico.
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Non vi
dimenticate a casa tutti i tesserini di pesca che possedete. Un cambio di
meta dell’ultimo momento può sempre capitare.
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Mia
mamma mi raccomanda ancora, prima di partire, di non accettare passaggi o
caramelle dagli sconosciuti!
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