Slovenia Cronaca
di una gita di pesca nel bacino del Soca. (già pubblicata su Fly Line) Marco Sportelli
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Ottobre. Quale mese migliore per insidiare i temoli?
Da
sempre metto in calendario quest'uscita in zone di mezza montagna. E'
un'occasione unica per godere piacevoli ore di pesca immersi nello spettacolo
dei colori autunnali. Mi piacciono i boschi infiammati, mi ricordano le
giornate passate da ragazzo a cerca di funghi con mio padre, ma mi lasciano un
po' di malinconia, mi ricordano che un altro anno è passato, che, come
cantava Guccini,
ogni autunno finisce l'estate.
12
Ottobre.
Si parte. Ritrovo alle cinque con due collaudati compagni di viaggio e passata
nebbia, code in tangenziale e frontiera ci ritroviamo a Kobarid, ad ammirare
un Soca le cui acque bianche non promettono nulla di buono. Decidiamo di
risalire ugualmente confidando che l'acqua velata provenga dal Koritnica,
affluente di destra sconvolto lo scorso inverno da una frana disastrosa.
Risalendo la vallata ci accodiamo ad un furgoncino carico di canoe. Chi
frequenta questa zona sa come sia cambiata la vocazione turistica del luogo.
Da mecca dei pescatori, con alberghi e ristoranti che esibivano marmorate da
infarto, a paradiso degli sport estremi. Canoa, rafting, canjoning,
parapendio, mountain bike, decine d'agenzie lungo la valle organizzano e
noleggiano tutto il necessario per vivere la natura in modo alternativo. Il
proliferare, negli ultimi anni, d'affittacamere, Gostilne e strutture
turistiche fa subito immaginare che l'indotto prodotto da questo nuovo
utilizzo della risorsa Soca sia ben maggiore e più capillarmente distribuito
di quello ottenibile solo con la pesca. "Eh, noi si che avremmo saputo sfruttare e valorizzare a dovere queste risorse!" mi capita spesso di sentire da qualche connazionale, rammaricandosi del fatto che non sia più territorio italiano. Ma con la passione che abbiamo noi per gli sbarramenti idroelettrici altro che canoe, al massimo ci sarebbe stato Mario il bagnino a noleggiare pedalò.
Il
passaggio sul Koritnica, bianco ed impetuoso, ci distrae da questi discorsi,
il furgoncino che poco dopo scende al fiume con le canoe ci rincuora e la
curva successiva, la vista dell'acqua del Soca, limpidissima, ci elettrizza.
In un attimo siamo all'Hotel, situato proprio alla confluenza col Lepena. La
signorina al banco ci propone il permesso da 95000 che comprende 9km di Soca
più tutto il Lepena, o quello da 122000 che ci permette di accedere anche
alla zona trofeo posta più a valle. Optiamo per il primo e ci prepariamo per
la pesca.
Imbocco
un comodo sentiero e scendo verso valle, dove una lunga piana promettente
m’induce a fermarmi. Nelle zone d’ombra create dalla vegetazione appaiono
le prime sporadiche bollate. Sono tutte marmorate che salgono franche non
appena riesco ad eseguire un passaggio pulito. L’esplorazione di questo
tratto m'impegna qualche ora poi, in cerca di una nuova visuale, scendo più a
valle. Oltre la vena principale un ramo laterale attira la mia attenzione. Una
grossa roccia profondamente erosa alla base delimita il lato profondo, un
cespuglio semisommerso devia parzialmente la corrente in ingresso creando un
giro d’acqua, mentre il rimanente flusso si smorza gradualmente in un
ghiareto. Due bei temoli si lasciano tentare sul filo della corrente e, con
mio stupore, il trambusto della cattura
fa
cambiare posizione ad una sagoma scura che credevo un'irregolarità del
fondale. Faccio passare più volte una grossa emergente sul mostro senza
ottenere nessuna risposta. Lo faccio? Non lo faccio? Si, lo faccio. Con uno
spezzone di nylon appendo alla mia emergente una bead-head su amo 14, alla
seconda passata lo pseudo-segnalatore viene trascinato violentemente
sott’acqua.
Bingo!
Ce l’ho.
Passa qualche attimo prima di realizzare che l’ombra scura ed il finale non si muovono in sincronia, non è il mostro quello che ha abboccato ma mi occorre sempre qualche minuto per convincere la preda alla resa. E’ una bellissima marmorata che stimo abbondantemente sopra i 50 cm, decido così di spiaggiarla per una foto. E’ incredibile la facoltà che abbiano i pesci di accorciarsi non appena vedano un metro. Solo il mio pisello in acqua fredda arriva a tanto. In realtà misura “appena” 48cm. E' un bel pesce lo stesso.
Nessun
pescatore, niente canoe, acqua stupenda, ambiente gradevole, né troppo pesce
né troppo poco, della giusta selettività e per finire una preda degna di
nota.
Una giornata ideale.
Ritorno
decisamente sereno alla confluenza del Lepena dove trovo Argi. Decidiamo di
risalirlo per sfruttare l’ultima ora di luce. Il primo approccio è
sconfortante, l’acqua scivola via tra i sassi senza nessun posto dove posare
una mosca, poi continuando a risalirlo la conformazione cambia ed inizia un
alternanza di buche e raschi molto interessante. Il pesce, quasi solo
marmorate di taglia discreta, ci regala un'altra piacevole ora di pesca.
Chiudiamo le canne solo a buio fatto.
13
Ottobre.
Sveglia con comodo, per direzione Idrijca alta. Diverse macchine, in
prevalenza italiane, sono già parcheggiate lungo il fiume. Risaliamo con
attenzione i 18km di riserva cercando il punto meno affollato. La
concentrazione dei pescatori aumenta progressivamente da valle verso monte e
raggiunge il culmine negli ultimi chilometri di riserva, dove la strada si
avvicina al fiume ed i ripopolamenti sono più costanti e consistenti.
Scendiamo a valle di diversi km e ci fermiamo in un punto in cui la strada si
allontana dal greto. In lontananza s'intravede l'Idrijca scorrere incassato
tra sponde alberate.
Il
mio tentativo di scendere al fiume attraverso un ripido prato erboso, causa
suole in feltro, si risolve in un unico scivolone fino alle prime piante. E'
bello accorgersi di aver rischiato l'osso del collo quando dall'altro lato una
comoda strada conduce in macchina fino al greto. Pazienza, ad ogni modo sono
capitato davanti ad una bellissima piana. Sono solo, passo le prime ore
aspettando una schiusa che non arriverà mai, trastullandomi con rare bollate
di micro iridee. Il via vai di pescatori che si genera nel primo
pomeriggio mi consola del fatto che non sono l'unico ad andare in bianco. Un
branco di temoli medio piccoli entrati in attività per un oretta, sarà
l'unica distrazione della giornata.
14
Ottobre. A colazione, tra uno jogurt ed una marmellata di mirtilli,
decidiamo di passare la mattinata sul Baca, per spostarci nel Tolminka basso
di pomeriggio, allettati dal racconto di temoli e grosse marmorate viste
bollare il giorno prima da due Austriaci vicini di tavolo. Uscendo sul patio
dell'albergo una visione pittoresca ci attende: la nebbia salendo dal lago
avvolge in parte Most na Soci dissolvendosi velocemente al sole. Il tempo di
estrarre la macchina fotografica dallo zaino che gran parte della magia è
svanita.
La
strada costeggia il Baca da vicino, siamo i primi. Essendo un torrente lascio
i miei soci lungo la strada, distanziati di mezzo chilometro. Parcheggio la
macchina ed appena in acqua arriva il guardapesca. Mentre controlla il
permesso gli chiedo conferma se ci siano temoli. "Niente temoli. Solo in
Idrijca" mi risponde. Stupito e
deluso
mi affaccio alla buca appena a monte e vedo sul fondo solo trote. Peccato ero
qui per loro. Una macchina rallenta, i tre occupanti guardano me, il fiume e
proseguono. Sono italiani. Mi gioco il jolly che entreranno in acqua al
massimo cento metri sopra di me. Non solo fanno come pensavo ma uno
addirittura scende verso valle e si ferma nella buca in cui sto pescando,
molto scocciato per averla trovata occupata.
La
madre degli imbecilli è sempre incinta. Mi aveva visto dall'auto solo
cinque minuti prima.. Dopo poco vedo il suo collega camminare pesantemente a
centro fiume pescando a discendere, mollo la buca al mio non invitato ospite i
mi approprio di una pianetta subito a monte, prima dell'arrivo dell'Unno.
Era un parto gemellare.
Una
salita troppo rapida, seguita da un rifiuto mi fa dubitare delle parole del
"guardia". Cambio la mosca da caccia con una più credibile
emergente ed ecco il primo temolo pronto a caderci. Non sempre la taglia è
una discriminante nel piacere della cattura, a volte dopo tanti tentativi
catturo dei pescetti che mi danno più soddisfazione di uno grosso salito alla
prima passata, però una mia graduatoria ce l'ho. Un temolo per essere tale
deve superare i 30cm, sopra i 35 è interessante ed oltre i 40 un bel pesce. I
venti metri di torrente che mi sono rimasti basteranno a farmi passare le due
ore che mancano al
rendez-vous
regalandomi due bei temoli più qualcun altro interessante.
Raccatto
gli amici (loro per non contraddire il guardapesca hanno catturato solo trote)
notando, tornando a valle, come si sia saturato di pescatori. Dopo dieci
minuti siamo nel Tolminka basso. Ho già pescato questo fiume nel tratto alto,
non sopra le gole, neppure sotto, ma dentro le gole. Credo che in tutta la
Slovenia ci sia solo questo km di fiume interdetto alla pesca ed il mio amico
ed io siamo riusciti inavvertitamente a finirci dentro. Non che catturammo
tanto, ma l'esperienza di inoltrarsi con i wader dentro a questo stretto
budello fu esaltante. Come ci accorgemmo dell'errore commesso filammo alla
macchina con la velocità della luce,
sapendo
che se ci avessero beccati ci avrebbero probabilmente invitati a restare in
zona. Vitto e alloggio compreso. Il
tratto basso, ed intendo quello dalla confluenza col Soca al ponte sulla
statale, presenta tutta un'altra conformazione.
Qui
la valle si allarga, la ghiaia ed i ciottoli sono preponderanti ed un
visibile, pesante intervento umano ha modificato in più punti l'alveo ponendo
prismate a protezione delle sponde e creando salti d'acqua per rallentare la
sua corsa verso il fiume. Le zone No Kill, come noi comunemente conosciamo,
non esistono nel bacino del Soca tuttavia per ovviare a questa carenza
legislativa, ma volendo tutelare zone a spiccata vocazione riproduttiva o
soggette a risalita di pesce dall'asta principale, hanno posto in essere zone
con regolamento molto restrittivo, dove è vietata sia la cattura del temolo
sia della trota marmorata o dove la misura minima di quest'ultima è stata
considerevolmente innalzata (70cm). Il Tolminka gode di queste restrizione, e
si vede. In molti punti sono visibili temoli over 50 pinneggiare serenamente,
mentre qualche pesce sopra i quaranta si riesce anche a catturare, le iridee
sono infestanti, per le marmorate invece che dire, non sempre questi pesci
sono disposti a mostrarsi ma dal numero delle catture effettuate abbiamo
deciso di cambiargli il nome in MARMORARE. Non abbiamo bollato.
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